venerdì 9 novembre 2007

Joey Newton

Joey Newton: trimmer nel tunnel del vento

Per un regolatore del genoa su una barca di America’s Cup, ogni giorno è un giorno di vento. Joey Newton fa questo lavoro per Luna Rossa e trascorre tutto il tempo sul lato sottovento, quello più bagnato e ventoso dell’intera barca, chiamato tunnel, perché l’aria accelera attraverso il canale tra genoa e randa."Quando torno su dove stanno gli altri, mi sembra tutto così tranquillo."Joe Newton“Quando sei sul lato sottovento della barca a regolare la vela, sei nel ‘tunnel’ del vento e ti sembra sempre che soffi a 50 nodi”, dice il 29enne australiano. “Quando torno su dove stanno gli altri, mi sembra tutto così tranquillo. Ed è anche abbastanza freddo quaggiù; cerco di vestirmi il più possibile, a stare seduti tutto il tempo in questa posizione si gela”.Newton è comunque contento del suo ruolo. Da dieci anni, ormai, regola le vele per James Spithill. Questa di Luna Rossa è la sua terza campagna, dopo quella di Young Australia nel 2000 e di OneWorld nel 2003. “Navighiamo insieme (lui e gli altri ‘aussie’ a bordo di Luna Rossa) da quando abbiamo 18, 19 anni, quindi è chiaro che tra noi si è sviluppata una certa alchimia. James e io siamo stati fortunati ad essere coinvolti in cue campagne molto serie e ben finanziate, come questa di Luna Rossa e quella di OneWorld, che ci hanno permesso di crescere a fianco di persone molto esperte e valide. L’America’s Cup è il posto ideale per crescere e confrontarti con altri campioni”.Si dice sempre che meno si parla a bordo meglio si va, perché significa che l’equipaggio ha raggiunto un tale stato di confidenza e di affiatamento che non ha più bisogno di comunicare a parole. Vale anche per i giovani aussie? “Stranamente le cose vanno diversamente. In questa campagna stiamo parlando più del solito. Cinque anni fa eravamo nuovi a questo gioco e abbastanza inesperti ma effettivamente, guardando gli altri equipaggi, noi adesso comunichiamo certamente di più”.Una cosa che ha certamente migliorato la comunicazione a bordo è stata l’introduzione dei microfoni. Adesso l’equipaggio non ha più necessità di urlare per farsi sentire. “Non hai idea di quanto devi gridare per riuscire a farti sentire da una parte all’altra della barca”, dice Newton. “Al giro di boa, ad esempio, tante persone devono ricevere ordini e con tre, quattro persone che urlano, è complicato capire che cosa devi fare. Adesso, con i microfoni, tutto è più tranquillo e la barca sembra molto ordinata...”.Una cosa che ha certamente migliorato la comunicazione a bordo è stata l’introduzione dei microfoni. Adesso l’equipaggio non ha più necessità di urlare per farsi sentire. “Non hai idea di quanto devi gridare per riuscire a farti sentire da una parte all’altra della barca”, dice Newton. “Al giro di boa, ad esempio, tante persone devono ricevere ordini e con tre, quattro persone che urlano, è complicato capire che cosa devi fare. Adesso, con i microfoni, tutto è più tranquillo e la barca sembra molto ordinata...”.Newton principalmente parla con i grinder, per dire loro quanta potenza necessita per cazzare il genoa, e con Spithill per far volare ITA 94. La conversazione tra il trimmer e il timoniere è abbastanza costante. “Di bolina il trimmer influenza molto il timoniere; gli diciamo se è troppo orzato o troppo basso rispetto alla vela. In alcune occasioni è James che chiede di voler andare più veloce o più lento per ragioni tecniche ma sono più io che parlo con lui che lui con me”.La posizione del trimmer non gli consente di vedere che cosa succede sul campo di regata e deve fidarsi delle informazioni dei colleghi per capire la situazione. “Non ho idea della parte tattica, tutto quello che so è se dobbiamo andare più alti e più veloci. L’uomo al carrello mi dice se il vento aumenta o diminuisce ma in termini di posizione della barca. Per il resto, non ho idea di quello che succede”.Il trimmer, infatti, è sempre impegnato a guardare il genoa cercando la perfezione nella forma della vela e aggiustandola costantemente. Forse non è un lavoro divertente ma è certamente uno dei più importanti per l’esito della regata in un match di America’s Cup.



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