Ginevra - A pochi giorni dalla discussione in aula e dalla conseguente sentenza sull'infinita diatriba tra Alinghi e Bmw Oracle, ha voluto dire la sua anche Tom Schackenberg. L'esperto velista neozelandese, nominato da Acm (organizzatore della Coppa) supervisore di quella box-rule che partorì i delegittimati AC90, ha manifestato tutte le sue incertezze sul futuro della storica brocca. "Se Alinghi sarà costretta ad accettare la sfida di Oracle - si legge sul sito del team elvetico - mi piacerebbe poter accertare di nuovo che tutto si svolga regolarmente".Nella lunga intervista rilasciata ad Alinghi.com, e non è un caso che si tratti del portale del defender, quando viene interrogato sulla nuova barca proposta da Oracle, l'ormai famoso 90x90 piedi, Schackenberg non parla mai di multiscafi. "Uno scafo di queste dimensioni fuori tutto, che coincidono con le stesse al galleggiamento - ha detto lo skipper - mi fa pensare a un'imbarcazione ad angoli retti, praticamente quadrata; definirla chiatta sembra corretto". Schackenberg ha anche provato a leggere tra le righe della sfida lanciata da Bmw Oracle. "Forse hanno ampliato le misure - ha continuato - per tenersi uno spazio libero in termini di progetto e magari in seguito ridurre qualche dimensione". Ciò che appare invece evidente è come Alinghi sia spiazzata di fronte a questo scenario, dopo aver sottovalutato eccessivamente l'azione legale di Oracle. "Gli americani - ha concluso Schackenberg - hanno presentato la sfida l'11 luglio, ma sicuramente la stanno preparando da mesi, se non anni. Questo per loro è un vantaggio enorme e credo che, se il giudice Cahn darà loro ragione, i dieci mesi di attesa dovrebbero cominciare dall'emanazione della sentenza definitiva".
venerdì 11 gennaio 2008
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