lunedì 15 ottobre 2007

Intervista a Michele Ivaldi

TRIESTE Nulla di fatto per la classe Rc44: la bora, che ha soffiato fino a 40 nodi, ha bloccato a terra i velisti di Coppa America e tutti gli equipaggi. Prima il comitato di regata e gli umpires hanno accordato due rinvii, ma verso le due del pomeriggio, quando le condizioni meteo si erano assestate sulla bora forte, il rinvio a oggi è stato praticamente obbligato. Giornata in più, quindi, per verificare lo stato delle attrezzature e discutere di regate, e indubbiamente, ancora e sempre, di Coppa America.Tra i velisti accreditati a Trieste c'è anche Michele Ivaldi, lo stratega di Luna Rossa, l'uomo delle decisioni. Per lui dieci anni con Luna Rossa alle spalle, una carriera sui campi di regata di Coppa America dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. Un curriculum non da poco, e ora la necessità di guardare avanti, posto che il consorzio italiano ha dichiarato conclusa la propria esperienza in Coppa America.«Il decennio trascorso con Luna Rossa è stato basilare e molto significativo per la mia vita - spiega Ivaldi, che ricopriva a Valencia il ruolo di navigatore - questi anni mi hanno cambiato molto, durante questo periodo sono cresciuto molto sportivamente e umanamente. Ho conosciuto mia moglie e, proprio a Valencia, è nata anche mia figlia. Luna Rossa - spiega il genovese - rimarrà nella mia vita per sempre come un segno indelebile che non potrò mai dimenticare". Un'avventura, quella di consorzio Luna Rossa in Coppa, che secondo Ivaldi però non finirà con la finale di Louis Vitton Cup persa contro New Zealand: «Credo che quella attuale sia una parentesi che il team ha deciso di prendersi per ricreare un progetto con nuove fondamenta nel futuro».Un momento di pausa che anche Ivaldi, due volte campione italiano nei 420 da juniores, ha deciso di prendersi per ricaricare le batterie dopo le fatiche della America's Cup: «Se c'è una cosa leggermente negativa della Coppa America - dice ancora il velista - è che purtroppo ti toglie il tempo per andare a fare altre regate, perciò, per un periodo, rimani fuori dai campi di regata e dagli altri circuiti. Finita la Coppa mi sono dedicato ad alcune regate di match race, poi sono stato a bordo del Tp52 Anonimo in Portogallo e ho preso parte alle regate Rc44 di Portofino: è stato bello ritornare sui campi di regata, soprattutto qui a Trieste».Ivaldi ha una voglia matta di uscire in mare a bordo degli Rc44, lo si vede dallo sguardo con cui scruta il Golfo di Trieste assieme a James Spithill e Dean Barker, una rappresentanza d'elitè dei dieci equipaggi rimasti a terra ieri a causa della bora che, seppur con una media di 28 nodi, ha raggiunto quota 40 nodi in alcune raffiche registrate dalla barca giuria all'ora di pranzo.Tra una battuta sulla Barcolana, a cui parteciperà a bordo con l'Rc44 del suo team, e una considerazione sulle precedenti regate disputate a Trieste, Ivaldi si fa scappare una considerazione di non poco conto per gli addetti ai lavori di Coppa, inerente al suo ottimo rapporto con l'astro nascente della vela James Spithill. «Lavoro con James da circa cinque anni - spiega Ivaldi - ci siamo conosciuti durante una regata, poi lui mi invitò come tattico proprio qui a Trieste in occasione di un match-race della Sfida e subito entrammo in sintonia. James ora fa parte dell'equipaggio di Bmw Oracle Racing per la prossima edizione della Coppa America di Valencia e io, probabilmente lo seguirò». E infine, sugli Rc44: «Le barche sono divertentissime delle vere hi-performance, non molto facili da gestire con tanto vento, bisogna avere un equipaggio allenato con delle persone che sanno dove mettere le mani a bordo. Con me in equipaggio Rc44 nel Team Ceeref ci sono degli ottimi velisti, alcuni dei quali nonostante fosse la prima volta che regatano con queste barche hanno imparato subito a conoscere la barca».

Intervista tratta da Il Piccolo
Grazie a Gianluca per la foto!!

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