C'è fermento nel mondo della vela, che si prepara virtualmente all'edizione numero 34 della prestigiosa America's Cup.
Dopo l'annuncio di ieri del team FUXIA Challenge, che scende in acqua sotto l'egida dello Yacht Club di Rijeka (Croazia), e l'annuncio del prolungamento della partnership tra BMW e lo YC di San Francisco per il team Oracle, ora arriva la notizia di un nuovo team italiano.
Il circolo vela Gargnano (lago di Garda) ha annunciato l'intenzione di partecipare con un proprio team alla 34a edizione del Trofeo delle Cento Ghinee.
Il consorzio gardesano si chiamerà Green Comm Challenge, e potrebbe essere l'unica imbarcazione "italiana" all'edizione n. 34 della Coppa America insieme molto probabilmente a Mascalzone Latino, dopo l'uscita di scena di Luna Rossa e +39.
giovedì 17 luglio 2008
Un nuovo team italiano per l'America's Cup
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giovedì 3 luglio 2008
America's Cup...un anno dopo!!
Coppa America, un anno dopo: il 3 luglio 2007 Alinghi vinse per la seconda volta consecutiva il mitico trofeo, strappato nel 2003 ai neozelandesi e poi difeso con successo nel mare di Valencia. Il team svizzero di Ernesto Bertarelli sconfisse i coriacei kiwi per 5-2 al termine di regate sempre combattute, tanto che il distacco tra le due barche nel match finale fu di appena un secondo. Una disfatta bis per i neozelandesi, mentre Alinghi conservava la coppa in Europa, godendosi i frutti di un'edizione ricca di sfidanti, sponsor, duelli appassionanti. Che cosa è rimasto di un evento che doveva proiettarsi sempre di più verso il futuro? A un anno di distanza, la manifestazione sportiva più antica del mondo è impantanata nella battaglia legale tra Alinghi e Oracle, aspettando il verdetto d'appello della Corte suprema di New York.
In fuga da Valencia?
La situazione di stallo ha già prodotto nefaste conseguenze. Valencia, subito confermata come sede per un'altra edizione nel 2009 sul modello del 2007, con tante squadre iscritte alle prove di selezione (ex Vuitton Cup), rischia di rimanere con un pugno di mosche, almeno nel breve periodo. Nei giorni scorsi, Ac Management, la società che gestisce l'organizzazione della coppa per conto di Alinghi, ha firmato un nuovo accordo con le istituzioni spagnole, sciogliendo quello siglato nel luglio 2007, all'indomani della vittoria svizzera. In pratica, l'amministrazione iberica rientra in pieno possesso delle strutture del Port America's Cup a Valencia, lasciando ai team della passata edizione l'uso delle rispettive basi per tutto il 2008.Una fuga dalla Spagna, quindi? Michel Hodara, amministratore delegato di Ac Management, ha spiegato che il vecchio contratto non era più valido alla luce dei recenti sviluppi legali e che si dovrà riconsiderare la sede della futura coppa, senza tuttavia escludere Valencia a priori. Di sicuro sono scappati gli sponsor, Louis Vuitton in primis, storico partner commerciale delle selezioni per gli sfidanti, che aveva già lasciato il campo la scorsa estate. Alinghi sognava una coppa sempre più moderna e affrancata dalla tradizione ottocentesca, ma si è sbilanciata con un protocollo di regole per l'edizione successiva che molti concorrenti hanno giudicato unilaterale. Troppi poteri al defender, si criticava. Il peggior documento nella storia dell'evento, si sentenziava. Ecco l'origine di molti mali attuali, il casus belli per il bulldozer legale di Oracle.In questi 12 mesi è successo di tutto: accuse reciproche di antisportività, tentativi di mediazione, nuove regole varate da Alinghi e poi vanificate dalla corte. Il giudice Herman Cahn che ha dichiarato Oracle come sfidante ufficiale al posto del circolo spagnolo (Cnev), il ricorso degli svizzeri, l'incertezza sulle date. Pare che si gareggi nella primavera 2009, ma solo tra due barche, o meglio tra catamarani. Una questione privata tra Alinghi e Oracle, senza nessun altro partecipante, perché così vuole il Deed of gift (documento ottocentesco che definisce la competizione) quando il difensore del trofeo e il primo sfidante non riescono a mettersi d'accordo. Ernesto Bertarelli e Larry Ellison, due miliardari accomunati da visioni rivoluzionarie per lo sviluppo della Coppa America, ma ora divisi dal tribunale e costretti a seguire regole antiche per uscire dal limbo.
L'incertezza che danneggia i team
Quando si scenderà di nuovo in acqua per una gara modello 2007? Sono in molti ad augurarsi che il duello tra Alinghi e Oracle vada in scena al più presto, per poi tornare su binari collaudati. Mascalzone Latino, per esempio, ha sempre perorato la causa americana e proposto di gareggiare tutti con le vecchie barche. Sono gli stessi che si domandano perché Alinghi abbia tentato di stravolgere le regole dell'edizione 2007, introducendo peraltro una nuova classe di barche con appena due anni per costruirle e provarle. È mancata insomma una mediazione tra idee rivoluzionarie e pilastri della tradizione. I team si sono polarizzati: aut aut, o con Alinghi o contro.Alcuni hanno deciso di chiudere i battenti (Luna Rossa), altri di aspettare tempi migliori, tipo Team Germany che ha stabilito un break nella sua preparazione, mancando certezze sulla coppa numero 33. Altri ancora, come i sudafricani di Shosholoza del Comandante Salvatore Sarno, stanno continuando gli allenamenti. L'inglese Team Origin ha rivisto il calendario per una possibile sfida nel 2011, denunciando però le frustrazioni per dover lavorare in assenza di date sicure. Gli sponsor stanno alla finestra, cercando di capire dove soffierà il vento. Affiora, intanto, una certa nostalgia per le regate del 2007, che nessun catamarano potrà mai rimpiazzare.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Sport/2008/07/coppa-america-crisi.shtml?uuid=4e639626-48d8-11dd-be66-4257e4fdd63d&DocRulesView=Libero
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martedì 13 maggio 2008
33rd America's Cup a marzo 2009
New York, Stati Uniti- E' finalmente arrivata la decisione del giudice Cahn della Corte Suprema di New York. La XXXIII Coppa America tra Alinghi e Bmw Oracle si disputerà nel marzo 2009 e il defender dovrà comunicare la sede almeno sei mesi prima di quella data. Ciò significa che tale scelta dovrebbe essere fatta entro la fine di settembre 2008.C'è un problema, però: il Deed of Gift non consente la sfida nell'Emisfero Settentrionale (dove si trova Valencia e altre località potenzialmnte favorite) da novembre ad aprile compresi. Una dimenticanza del giudice Cahn o un segnale che la Coppa si farà nel maggio 2009 o prima in qualche località esotica? Staremo a vedere.Certo è che, secondo le dichiarazioni di Alinghi seguite alla decisione di Cahn, la Coppa non dovrebbe svolgersi prima del maggio 2009. Lucien Masmejan, consulente legale della Societe nautique de Geneve, ha anche detto che Alinghi si riserva di valutare correttamente il certificato del Golden Gate Yacht Club relativo alla barca in costruzione e di riservarsi altre azioni legali se questo non dovesse essere conforme al dettato del Deed of Gift.
FareVela
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lunedì 14 aprile 2008
Settimana decisiva
La prossima settimana non sarà avara di notizie per gli aficionados della Coppa America di vela. Lo scenario è che il giudice Herman Cahn dell'alta corte di New York potrebbe pronunciarsi sulla data dell'evento: ottobre 2008 come vogliono gli statunitensi di Bmw-Oracle, oppure ottobre 2009 come auspicano gli svizzeri di Alinghi. Nel caso decidesse in favore del team di Ernesto Bertarelli, inizierebbero mesi di regolare preparazione, costruzione, messa a punto e allenamenti sui giganteschi trimarani scelti dalla squadra di Larry Ellison per il Match della 33ma America's Cup. Se, invece, il giudice stabilisse che le regate si terranno in fretta e furia dopo l'estate, Alinghi si appellerebbe sicuramente, allungando ancora la vicenda legale. In ogni caso, se non arrivasse un pronunciamento del giudice entro il 18 aprile, Alinghi si appellerebbe comunque, in via cautelativa. Gli statunitensi, dal canto loro, sono reduci da due settimane di allenamenti sul trimarano "Groupama 2" di Franck Cammas a Lorient, in Bretagna. Mentre va avanti la costruzione del loro multiscafo negli Stati Uniti (le regole dell'America's Cup prescrivono che le barche vengano fatte nel Paese dello yacht club a cui il team afferisce) ad Anacortes, una cittadina a 160 chilometri da Seattle. Ernesto Bertarelli, invece, è stato impegnato nei giorni scorsi in colloqui con le autorità spagnole sul tema se tenere o meno la competizione a Valencia. La scelta della località spetta infatti al defender. Se il match si dovesse tenere nel 2009 la scelta in favore della città spagnola è scontata e l'accordo è a buon punto di definizione. Se invece il giudice Usa dovesse forzare Alinghi a regatare nel 2008, nonostante i ricorsi, allora la location diventa un punto interrogativo: come meccanismo di protezione gli svizzeri potrebbero scegliere un luogo a sorpresa. O, addirittura, fare un gesto eclatante: non presentarsi in acqua per protesta.
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sabato 29 marzo 2008
Mercoledì le date della 33th America's Cup
Potrebbe concludersi mercoledì prossimo la querelle legale tra Alinghi e Oracle sulla 33a edizione dell'America's Cup di vela. La Corte suprema di New York ha infatti fissato per il 2 aprile l'udienza in cui deciderà le date in cui si dovrà disputare oò trofeo. Il defender Alinghi e BMW Oracle non infatti hanno raggiunto un accordo extragiudiziale e per questo torneranno di fronte al giudice di New York per la terza volta in meno di sei mesi. Gli svizzeri sperano che la sfida tra i due team si tenga a partire dal 1 maggio 2009. Il team di bertarelli ha infatti bisogno di tempo per costruire la nuova barca (un catamarano) con cui si disputerà la sfida. Gli statunitensi invece sono molto avanti nella preparazione e vogliono che la prova si disputi già ad ottobre 2008. (G.Boi) (28/03/2008) (Spr)
http://www.repubblica.it/news/sport_gen/sport_n_3020757.html
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domenica 23 marzo 2008
giovedì 20 marzo 2008
Alinghi scrive ad Oracle
Rispettando la decisione di ieri del giudice Cahn, la Société Nautique de Genève, yacht club defender dell’America’s Cup, inoltra una proposta al Golden Gate Yacht Club per raggiungere un accordo comune sulla data delle regate della 33a America’s Cup, e riportare così il più presto possibile l’azione in acqua e lontano dalle aule di giustizia…
Per maggiori informazioni, è possibile leggere la lettera che segue:
http://www.alinghi.com/multimedia/docs/2008/03/sng_letter_3-19-08_v6.pdf
SNG afferma che la prima data utile, nel rispetto del periodo di 10 mesi previsto dal Deed of Gift, sarebbe il 1 maggio 2009. Ciò perchè tale periodo di 10 mesi, seguito alla sfida lanciata l'11 luglio 2007 da Bmw Oracle, si sarebbe interrotto dal 20 luglio 2007 al 17 marzo 2008 proprio a causa della causa legale. I 10 mesi, sempre secondo gli svizzeri, scadrebbero il 7 gennaio 2009, ma il Deed of Gift consente la disputa di sfide nell'Emisfero Nord solo dal 1 maggio al 1 novembre. Questo il motivo per cui Ernesto Bertarelli ed Alinghi vorrebbero disputare la XXXIII Coppa America a partire dal 1 maggio, arrivando a offrire specificatamente il luglio 2009.
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mercoledì 19 marzo 2008
Oracle
Valencia, Spagna- Ottenuta la vittoria nell'aula di tribunale, Bmw Oracle Racing va all'attacco adesso di quella in acqua. A poche ore dalla favorevole sentenza del giudice Cahn nella lunga causa contro il defender della Coppa America Alinghi, il team di Larry Ellison annuncia ufficialmente il suo sailing team per la XXXIII America's Cup. Lo skipper Russell Coutts si avvarrà nell'afterguard dell'americano John Kostecki e dell'australiano James Spithill. Fanno parte del sailing team 9 velisti di Bmw Oracle Racing 2007 e ben 11 dalla sfida italiana di Luna Rossa. Spithill si dividerà il timone con Coutts, mentre Kostecki è il tattico. Lo stratega sarà il kiwi Hamish Pepper. Il team, che ha già iniziato i suoi programmi a Valencia con due catamarani Extreme 40, regaterà la prossima estate nell'Extreme 40 European tour e nel TP 52 Audi Med Cup Series.
Questa la composizione completa del Bmw Oracle Racing Sailing Team:
Alberto Barovier, Italy, foredeck;
Russell Coutts, New Zealand, skipper;
Simone de Mari, Italy, pit;
Dirk de Ridder, The Netherlands, mainsail trimmer;
Noel Drennan, Ireland; mainsail trimmer;
Larry Ellison, USA, afterguard;
Shannon Falcone, United Kingdom, mast;
Daniel Fong, New Zealand, trimmer;
Ross Halcrow, New Zealand, trimmer;
Jared Henderson, New Zealand, pit;
John Kostecki, USA, tactician;
Michele Ivaldi, Italy, navigator;
Jonathan Macbeth, New Zealand, grinder;
Brian MacInnes, Canada, grinder;
Gilberto Nobili, Italy, grinder;
Joe Newton, Australia, trimmer;
Hamish Pepper, New Zealand, strategist;
Matteo Plazzi, Italy, navigator;
Max Sirena, Italy, foredeck; A
lan Smith, New Zealand, foredeck;
James Spithill, Australia, helmsman;
Joe Spooner, New Zealand, grinder;
Andrew Taylor, New Zealand, grinder;
Simeon Tienpont, The Netherlands, grinder;
Brad Webb, New Zealand, foredeck;
Carl Williams, New Zealand, grinder.
Sono quindi ben 6 (Barovier, de Mari, Ivaldi, Plazzi, Nobili, Sirena) gli italiani alla corte di Larry Ellison. Sette con l'italo-inglese Shannon Falcone, anche lui ex di Luna Rossa.
Dove e quando?
Sulla data e il luogo del XXXIII AC match già si dibatte. Per il giudice Cahn la sfida di Bmw Oracle è legittima anche per le date, fissate nel 4, 6 e 8 luglio 2008. Bmw Oracle ha appena concluso la costruzione del suo scafo e sembra esser pronto per quella data.Alinghi sembra più indietro, ma ormai disposto a scendere in acqua per la sfida finale.Al defender, secondo il Deed of Gift, spetta la scelta del luogo. La favorita sembra Valencia, anche se non si esclude un'altra località in Europa. Alinghi potrebbe far valere il suo diritto alla scelta per trovare una località potenzialmente sfavorevole allo sfidante.Per le date sembrano in ballo anche l'ottobre 2008 e il luglio 2009. Il giudice Cahn ha invitato le parti a trovare un accordo almeno su questo punto. Vedremo nelle prossime settimane cosa decideranno i due contendenti.Per ammissione di entrambi, pare certo che la XXXIV Coppa America, convenzionale con tutti gli altri sfidanti e probabili barche nuove, si disputerà a Valencia nel 2011. Finalmente una data certa per gli sponsor e i team che potranno programmare il proprio futuro.
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martedì 18 marzo 2008
XXXIII Coppa America: Il giudice Cahn sentenzia, ragione a Bmw Oracle, sfida probabile nel luglio 2009 a Valencia
New York, Stati Uniti- Dopo settimane di attesa il giudice Herman Cahn della Corte Suprema di New York ha finalmente sentenziato: la XXXIII Coppa America sarà secondo la sfida da "Deed of Gift" lanciata da Bmw Oracle e si disputerà quindi con dei catamarani. Con ciò, il togato newyorkese ha rigettato il ricorso di Alinghi sulla supposta irricevibilità della sfida di Larry Ellison, in quanto una barca a chiglia non poteva essere un multiscafo.Cahn ha quindi confermato la sentenza a favore di Bmw Oracle già espressa il 27 novembre 2007. A questo punto, la data più probabile per il match della XXXIII Coppa America sembra il luglio 2009 a Valencia.Il giudice ha tuttavia invitato le parti a pervenire ad un accordo nel periodo regolamentare di 10 mesi (previsto dal Deed of Gift, l'atto di donazione della Coppa America che stabilisce alcune delle regole fondamentali), e in caso contrario a tornare di fronte alla Corte, oppure di nominare una parte terza, riconosciuta dalla comunità velica internazionale, che possa dirimere la questione.Ma l'invito della Corte non sembra che abbia seguito. A stretto giro di posta, infatti, è arrivata la reazione secca dell'armatore di Alinghi, Ernesto Bertarelli: "Li affronteremo in acqua". il capo dell’ufficio legale dello yacht club defender, la Société Nautique de Genève (SNG), Lucien Masmejan, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “In seguito alla sentenza odierna, Larry Ellison ha letteralmente spazzato via ogni forma di competizione e si è guadagnato un accesso diretto alle regate di America’s Cup, risultato questo che BMW Oracle Racing non è mai riuscito a raggiungere sull’acqua. Siamo ovviamente dispiaciuti per la sentenza e continuiamo a ritenere che la questione del certificato del GGYC non è stata interpretata correttamente. Non abbiamo ancora deciso se appellarci o meno e comunque siamo determinati a riportare la questione in acqua affrontando BMW Oracle Racing in una regata secondo le regole del Deed of Gift nel luglio del 2009,” ha detto Masmejan. Se Alinghi dovesse vincere la regata contro gli americani, il Defender si impegna a riportare l’America’s Cup sui binari di u evento con diversi sfidanti nel 2011 a Valencia in Spagna. “I challenger possono essere sicuri che la 34 America’s Cup si svolgerà con la stessa visione e con gli stessi obiettivi dell’evento che tutti hanno vissuto e supportato a Valencia nel 2007” ha concluso Masmejan.Intanto, sul collo di Alinghi pendono altre due azioni legali intentate da Team New Zealand per il danno economico derivante dal differimento dell'evento.Estrema soddisfazione è stata espressa, invece, dal Golden Gate Yacht Club, club della sfida di Larry Ellison, che in un comunicato ha sottolineato come "La Corte abbia stabilito che la nostra sfida era pienamente conforme al dettato del Deed of Gift".
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Sarno: Shosholoza è in piena attività
Roma, 18 mar. (Apcom) - Il team sudafricano di Coppa America, Shosholoza, non è in dismissione come ventilato in qualche articolo comparso sulla stampa specializzata straniera. E' quanto tiene a precisare l'armatore del team, l'italiano Salvatore Sarno. Che sottolinea come rimanga attiva la base nel porto di Valencia, in Spagna, e come i designer coordinati da Alex Simonis continuino a lavorare sulle ipotetiche nuove barche da America's Cup. Inoltre, Sarno ha ricordato che la squadra, la quale conserva il timoniere italiano Paolo Cian, parteciperà a diverse regate quest'anno tra cui i 10 eventi del World Match Racing Tour nonché la Velalonga a Napoli e la Barcolana a Trieste.
Sarno ha confermato anche la presenza della barca africana all'eventuale America's Cup Grand Prix, l'ipotesi di circuito alternativo alla Coppa, bloccata nell'aula del tribunale Usa.
http://notizie.sport.alice.it
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venerdì 14 marzo 2008
Australia sarà presente alla prossima America's Cup
Per il portale arabo Al Jazeera, il più popolare nel Medio oriente, nella prossima edizione della Coppa America potrebbe esserci anche un sindacato australiano. A Valencia 2007 proprio l'Australia era stata insieme all'Inghilterra la grande assente. Questa volta però sia gli inglesi di Team Origin, sia un team "aussie" saranno alla partenza delle gare. Ancora top secret il nome del sindacato, del patron e la valorizzazione del budget da investire nella campagna di Coppa America.
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giovedì 6 marzo 2008
Anche i Kiwi contro Alinghi
Dopo Oracle, anche Team New Zealand cita in giudizio il detentore della coppa. I neozelandesi chiederanno ai giudici un risarcimento milionario per il probabile slittamento della manifestazione al 2011. Gli svizzeri: "Azione legale priva di fondamento"
ROMA – L'America's cup è sempre più nella bufera e il suo destino continua a essere legato alle decisioni dei tribunali. Dopo Oracle anche Team New Zealand ha deciso di citare in giudizio Alinghi. Il patron Grant Dalton ha spiegato che il sindacato neozelandese chiederà ai giudici americani di condannare il team detentore della Coppa America a un mega-risarcimento di "decine di milioni di euro" per il rinvio della manifestazione, che si potrebbe tenere con la formula classica nel 2011.
"Una prima azione di giustizia è stata avviata davanti alla Corte Suprema dello Stato di New York, chiedendo danni e interessi per la rottura dell'accordo concluso al momento in cui i 'kiwi' si erano impegnati per la 33a edizione della coppa prevista nel 2009 a Valencia", si legge in un comunicato diramato da Team New Zealand. I neozelandesi non hanno precisato l'ammontare dei danni reclamati, ma Dalton ha dichiarato che sarebbero pari a "decine di milioni di euro". La decisione dei 'kiwi' nasce dalla forte probabilità che la manifestazione, nella sua forma tradizionale, non abbia luogo prima del 2011.
"Apprendiamo con amarezza la notizia dell'azione legale di New Zealand - ha commentato il team svizzero -. Queste azioni sono infondate e verranno contrastare in modo vigoroso. Condividiamo la frustrazione di tutta la comunità velica per i ritardi che condizionano l'America's Cup ma Alinghi è intenzionata a difendere la propria posizione e a tutelare l'integrità della manifestazione. Ci auguriamo che la vicenda giudiziaria si concluda rapidamente, vogliamo tornare in acqua il più presto possibile".
La causa intentata da New Zealand è comunque l'ultima delle preoccupazione per il boss di Alinghi, Ernesto Bertarelli. Il defender svizzero è ancora impegnato nella querelle legale con Oracle. Il sindacato americano aveva presentato un ricorso, sempre davanti alla Corte Suprema di New York, contestando il regolamento perché troppo favorevole ad Alinghi. Il tribunale ha dato ragione a Oracle, attribuendogli lo status di "primo degli sfidanti". Ora Alinghi ha fatto a sua volta ricorso ma il rischio è che la 33a America's cup sia decisa da un duello in catamarano proposto da Oracle per il 2008.
Kataweb
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giovedì 14 febbraio 2008
La Parola a Sarno
Ac 90: Quando regateremo?
Il 31 ottobre 2007 sono state rese pubbliche le Regole di Competizione che conformano finalmente le date degli eventi della 33^ America’s Cup.Sono state anche rese pubbliche le regole di stazza della nuova barca che si utilizzerà nel 2009. Tom Schnackenberg, lavorando con i rappresentanti degli sfidanti tra i queli l’ing.Nicola Sironi, consulente del Team Shosholoza, è riuscito a soddisfare tutti e a pubblicare le nuove regole leggermente in anticipo sui 18 mesi prima dell’inizio del Round Robbin 1. Le nuove regole sono semplicissime, bisogna rispettare pochi parametri: lunghezza scafo di 90 piedi, il pescaggio di massimo 6,5m e il peso di 23 tonnellate. Le barche non avranno tangone ma bompresso di 5-6m. Il resto è a libera scelta, tutto da inventare, tentare, scoprire. Con una superficie velica superiore al 50% circa a quella delle barche precedenti gli amanti della vela e gli sportivi in generale assisteranno ad uno spettacolo unico mai visto prima. Il mio nuovo architetto, Alex Simons, è entusiasta di questa nuova classe, come lo è il mio ex disegnatore capo, ora è passato con i tedeschi che lo pagano di più. Ambedue pensano che il cambio di dislocamento da 25 ton proposto inizialmente alle 23 voluto dagli sfidanti, abbia ridotto quasi a zero l’eventuale vantaggio tecnico di Alinghi nel caso avessero già iniziato studi e prove in vasca. La pensano allo stesso modo anche gli inglesi, gli spagnoli e soprattutto i neozelandesi che proprio sprovveduti non sono. Non la pensa così Sua Altezza Russel Coutts, uno dei più grandi velisti di tutti i tempi e progettista navale. Alessandra Pandarese, l’avvocato di Mascalzone Latino, gli da una mano contribuendo a generare confusione e alla fine penso che ben pochi abbiano capito cosa sta succedendo.In un momento in cui la vela ha raggiunto la massima popolarità in termini di sportività e di spettacolo, la si riempie di avvocati, tribunali, sospetti, interpretazioni, si grida all’imbroglio. Probabilmente qualcuno non accetta l’umiliante sconfitta subita in regata. Allora invece di rimboccarsi le maniche, vedere dove ha sbagliato e ricominciare, preferisce, siccome ha tanti soldi, di cercare di fare una regata a due, magari in catamarano servendosi del tribunale di New York. Probabilmente qualcun altro deve giustificare i 20 milioni d’ingaggio ricevuti per essere il nuovo capo del team e allora continua a portarla per le lunghe rifiutando il dialogo anche quando noi tutti sfidanti gli abbiamo portato su un piatto d’argento i cambiamenti da lui stesso richiesti. Nel frattempo noi team piccoli siamo stati fermi per tre mesi senza aver la possibilità di presentare a un probabile sponsor un calendario, la certezza di un’evento dove si intende acquistare visibilità pagando cifre non indifferenti. Tutti hanno lo stesso problema e tutti hanno subito lo stesso danno. Grazie signor Ellison, avete fatto già troppi danni. Noi vogliamo regatare, lasciatecelo fare in pace.
Salvatore Sarno
…E meno male che molti vedono Ellison come quello che cerca di aggiustare il giocattolo ormai rotto da Alinghi….
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mercoledì 13 febbraio 2008
RC44
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mercoledì 6 febbraio 2008
COPPA AMERICA - LE OPINIONI "PRIMA" DELLA PRIMA SENTENZA
Marcusa Hutchinson è in una buona posizione per paragonare l’organizzazione di una America’s Cup con le altre, poiché è stato coinvolto nell’organizzazione di ben sei edizioni dell’evento. Durante le prime cinque, ha fatto parte dell’organizzazione; durante l’ultima edizione, è stato il capo delle relazioni con i media di ACM. Questa volta ha invertito il suo ruolo ed è a capo delle relazioni con i media di Team Origin.
BYM News ha chiesto a Marcus di rispondere a domande che possano fare luce sulle critiche e sulle apprensioni che alcune persone ancora hanno al riguardo del formato e dell’organizzazione della 33a America’s Cup, giudicando dai posts sui forums e dalle opinioni pubblicate sui blogs.
BYM News: Un buon numero di persone sta dicendo”Questa non è l’America’s Cup che conosciamo”
Marcus Hutchinson: Sai, ritornando all’America’s Cup che abbiamo appena fatto, due anni fa la gente era pronta a sparare a zero su di noi, dicendo “Non sarà come Auckland, là è stato fantastico” e prima di questo, quando siamo arrivati ad Auckland, la gente diceva “Oh, non sarà come l’esperienza di San Diego” e a San Diego, la gente diceva “A Perth è stato fantastico, come può qualsiasi altra edizione essere paragonata con quella” e c’era ancora chi parlava dei bei vecchi tempi di Newport e di come per loro fossero stati fantastici! Mi ricordo il Giubileo dell’America’s Cup, che è stata la prima volta in cui ho avuto l’occasione di conoscere Olin Stevens: stavamo parlando delle sue esperienze in America’s Cup durante gli ultimi anni 30, quando partecipava alle regate, ed i suoi occhi erano sognanti nel ricordare quel periodo dell’era America’s Cup
Qualsiasi cosa che sopravviva così a lungo come l’America’s Cup, deve aver attraversato delle modifiche, e ci saranno sempre quelli che sono nostalgici del passato. C’è molto denaro nella nostalgia, ma è così che stanno le cose e, perchè qualcosa possa sopravvivere, questa deve evolversi. Non sto cercando di difendere nulla; sto solo dando la mia prospettiva personale su come stanno le cose.
Marcus Hutchinson: Se si guarda a qualsiasi cosa isolatamente, è molto facile dire “Sì, questo non va bene a causa di questo o quello”, però si deve guardare al quadro generale. Vorrei fare un passo indietro e dire “Siamo tutti consapevoli che l’America’s Cup esiste da 156 anni, o quello che è, ha attraversato 32 cicli ed è stata vinta solo quattro volte e solo dal 1983, da un challenger. Si è mossa solo dall’ambiente vecchia moda di New York da allora e, ogni volta che si è spostata in un posto nuovo, ci sono state due cose che hanno influenzato l’evoluzione dell’America’s Cup; una è, ovviamente, la geografia di dove l’evento si tiene e non intendo solo il fatto che sia una baia, in contrapposizione ad una spiaggia, oppure quanto il sole splenda o quanto il vento renda dura la competizione. Intendo anche la città, il fuso orario in cui questa si trova, la cultura del luogo, se è più o meno facilmente raggiungibile in aereo per un gran numero di persone, se può essere trasmessa in televisione in una ragionevole ora del giorno per un grande pubblico, se c’è la possibilità di effettuare facilmente hospitality aziendale; sono tutte queste cose influenzano l’America’s Cup.
L’altro fattore importante è l’era. Ora noi siamo all’inizio del 21mo secolo e nessuno può negare che le cose stiano cambiando ad un ritmo incredibilmente veloce. Come stavamo dicendo prima, al riguardo della vostra iniziativa BYM News e il modo in cui le pubblicazioni on line si stanno evolvendo, le cose stanno cambiando molto velocemente e, quando l’America’s Cup è arrivata in Europa, c’è stata una doppia opportunità; primo, nel fatto che si trattava di un pubblico nuovo, ma anche nel fatto che il Defender non avesse la propria base sul mare, la qual cosa ha permesso – per la primissima volta – di dar luogo alla selezione della città ospitante. L’importanza di questo fatto è che ha permesso all’America’s Cup di appurare il suo valore di marketing: c’erano diverse città interessate e quattro di queste hanno firmato l’accordo di città ospitante, prima che venisse scelta una di loro – Valencia. Tutte queste città erano preparate ad investire una considerevole somma di denaro, un livello equivalente di investimenti nel progetto, e avrebbero, probabilmente, funzionato tutte, in misura maggiore o minore.
Ora, Valencia è stata un successo e penso che quasi tutti sarebbero d’accordo nel dire che la 32a America’s Cup ha aperto gli occhi alla gente su quello che è possibile raggiungere nello sport della vela con il giusto approccio. Ora, ritornando alla 33a America’s Cup, le lezioni che sono state apprese nella 32a edizione,da un punto di vista organizzativo, significheranno miglioramenti. Io non lavoro più per ACM, ma ancora sto collaborando con loro – così come lo fanno le persone di altri challengers – scrivendo quelle regole che abbiamo presentato alla conferenza stampa. Penso che questo sia qualcosa che qualche giornalista non ha ancora ben chiaro, ma è invece importante che chiaro lo sia, perché l’ultima volta sono stati fatti molti errori, e molti degli errori e delle sviste saranno adattati per la 33a America’s Cup.
Ora, lasciando da parte la situazione attuale tra GGYC e SNG, penso che l’errore più grande che ACM abbia fatto questa volta sia stato il non comunicare in maniera adeguata e spiegare nel protocollo quello che veramente avevano intenzione di fare, piuttosto che dire semplicemente “ecco qua il protocollo”, cosa che ha irritato un gran numero di persone. Se si scava a fondo in questo, e non negherò che penso che la pressione della questione giudiziaria possa aver permesso ai challengers di ottenere una risposta più veloce da ACM in questo periodo di consultazioni, le intenzioni sono in qualche modo differenti dalle prime parole (dalla prima versione del protocollo,ndt). Quindi, da un punto di vista commerciale, riguarda la creazione di valore aggiunto. Molti teams se ne sono andati dalla 32a Coppa con un significativo importo in denaro, ed erano molto compiaciuti di questo; se ACM avesse semplicemente lasciato la Coppa così com’era, avrebbero detto “Beh, avreste dovuto essere in grado di fare meglio”.
Ora, so che sono stati fatti paragoni con la Formula Uno, e c’è perfino un buon programma in TV ora, chiamato “Formula per il succeso”, che è un’analisi completa su come è cresciuto il giro d’affari della Formula Uno, ma non perdiamoci in divagazioni: l’America’s Cup non ha l’industria motoristica dietro di sé, sebbene ci siano molte similitudini, nel senso che si tratta di uno sport meccanizzato, con qualche individuo di spicco coinvolto, con grosse aziende e molte altre cose, come lo stile di vita affascinante, la globalizzazione e la tecnologia ad alto rischio. La grande differenza è che la Formula Uno ha mantenuto un livello di professionalità come quello attuale durante gli ultimi 15, forse 20 anni: non dimentichiamoci che in quello sport si corrono 16 o forse 18 Gran Premi all’anno, quindi ora sono diventati molto bravi in quello che organizzano. Non sono un esperto di Formula Uno, ma scommetto che se confrontiamo il Gran Premio di Barcellona dello scorso anno con quello di quest’anno non ci saranno grandi differenze. L’America’s Cup ha avuto una opportunità di produrre una competizione professionale e penso che tutti sarebbero d’accordo nell’affermare che la 32a Coppa sia stata un’ottima prima competizione e sono certo che la 33a sarà un secondo sforzo molto buono in questo senso, e la 34a, se ancora si terrà in Europa, sarà un terzo tentativo ancora migliore, ma nessuno può aspettarsi dei cambiamenti nottetempo.
Riguardo al fatto che c’è chi dice che il Defender ha la possibilità di imporsi su troppe cose, bè, è così che è, è così che è sempre stato. L’America’s Cup non è obbligatoria, se non ti piace, non devi per forza prenderne parte.
Questa volta, a Luna Rossa non è piaciuto il protocollo – e forse perché c’erano anche altre ragioni –; ad ogni modo, loro hanno detto “questa edizione la saltiamo”; ci sono però stati altri team che hanno detto: “Non andiamo pazzi per questo protocollo, ma ci iscriveremo e cercheremo di influenzare le cose dall’interno”. Questo è stato il punto di vista di TeamOrigin e di Team New Zealand, e di altri ancora; è molto meglio essere dentro all’evento, guardando all’esterno, piuttosto che esserne fuori e guardare all’interno. Sicuramente, se uno yacht club “maggiore” avesse firmato quel protocollo, GGYC non avrebbe avuto un appiglio per attaccare il protocollo; detto questo, forse nessun yacht club “maggiore” avrebbe accettato quel protocollo, ma la risposta a questo dubbio non l’avremo mai.
Quello che è certo è che la causa legale non sta giovando a nessuno, perché tutti quelli coinvolti nella 33a edizione dell’evento – ACM, Alinghi, i challengers – ne hanno sofferto e ne ha sofferto anche l’immagine dell’America’s Cup. La Coppa ha avuto i suoi alti e bassi in precedenza, ma ha continuato a prosperare, e penso che GGYC debba rendersi conto che c’è stata un’intensa consultazione con i challengers; le modifiche che sono state fatte al protocollo, sono le migliori che si potevano ottenere ed il protocollo rivisto è ragionevole. Quando consideriamo i challengers che sono all’interno della 33a edizione e che si guardano all’esterno, e consideriamo le personalità che sono coinvolte; e non parlo dei proprietari dei team, ma coloro che muovono ed agitano il mondo della vela – persone come Mike Sanderson, Grant Dalton, Jochen Schuman, Paul Cayard – queste persone non sono idioti. Di sicuro, si guadagnano da vivere facendo regate, ma quello che effettivamente GGYC sta dicendo loro è “Voi non siete credibili”.
BYM News: Quindi ora sono tutti contenti di come sono andate le cose?
Molti hanno criticato GGGYC, quando ha accettato di firmare il protocollo per la 32a Coppa, perché la Commissione dei Challengers era, effettivamente, un’entità debole. Non aveva potere, non aveva possibilità di veto, e per questo c’era molto scontento, ma è dovuto accadere perché – una volta che si è portato un contesto europeo all’interno dell’America’s Cup – si è dovuto avere una organizzazione commerciale che la gestisse, e questa è stata ACM. Penso che tutti siano concordi nel dire che ha funzionato; i teams ne hanno beneficiato, un gruppo completamente nuovo di persone si è entusiasmato, ci sono stati 6 milioni di persone che sono venuti a vedere l’evento. Al di sopra di tutto questo, si è realizzato per la prima il concetto di ospitalità aziendale – su larga scala – durante una competizione velica. Questo non era mai accaduto prima e ora tutti gli eventi stanno cercando di imitare questo concetto; questo è quindi un beneficio per qualsiasi organizzatore di eventi che non sarebbe mai stato possibile se ACM non fosse mai esistita.
Di conseguenza, quando la gente dice che i challengers hanno rinunciato ai loro diritti, accettando questo 33mo protocollo, non mi trova d’accordo.
Se vinci l’America’s Cup, hai comunque tutto questo, ma hai anche qualcos’altro, qualcosa di più tangibile. Hai il diritto, a dire il vero l’obbligo, come velista, o come qualcuno appassionato ed entusiasta dello sport della vela, di creare il prossimo evento nel contesto in cui tu lo vedi. Tornando quindi alla situazione svizzera, poiché non hanno sbocchi sul mare, avranno sempre bisogno di vivere nella città di qualcun altro, ma se i francesi, o i neozelandesi o ancora gli italiani vincessero l’America’s Cup, non c’è alcun dubbio che la porterebbero nel loro paese, perché è quello il motivo per cui competono, vogliono portare la coppa a casa propria, è una buona parte di quello che è l’America’s Cup. Ora, se si tratta di ricavarci un sacco di soldi o meno, o se si vuole essere presi seriamente, qualsiasi organizzatore, in qualsiasi tipo di sport, necessita di una organizzazione commercialeche stia dietro all’evento stesso.
Adesso l’America’s Cup ha questa organizzazione, ma non vuol dire che, se la vinci per un’altra nazione, tu non possa avere la tua visione dell’evento e dirigerlo come tu vuoi. Sono certo che questa è la motivazione che spinge Sir Keith Mills (di TeamOrigin, ndt) che partecipa come sfidante rappresentando l’Inghilterra, ma lui dice anche che “voglio vincere la coppa per la mia nazione, ma mi preoccupo anche di tutto cuore per lo sport della vela, e dato che ho un po’ di conoscenze nell’organizzare le cose, voglio che la mia visione dell’America’s Cup si possa realizzare in futuro”. Avrà questo diritto, se la vincerà, un italiano potrebbe avere questo diritto, se la vincesse, esattemente come ora ce l’hanno gli svizzeri. Hanno il diritto di organizzarla come vogliono, perché l’hanno vinta.
Pubblicato da mollymalone alle 10:16 0 commenti
martedì 29 gennaio 2008
Il match race nel DNA degli Spithill
Ecco un'altra articolo, vecchio, preso dal sito della 32nd America's Cup.
Avere 27 anni e timonare una barca dell’America’s Cup è un fatto eccezionale. Farlo per la terza volta consecutiva è un caso unico. James Spithill è il “giovane pistolero” che spara i colpi di Luna Rossa Challenge. L’ha portata alla finale della selezione degli sfidanti, dominando BMW ORACLE Racing nelle semifinali e guadagnadosi i soprannomi di “Spitbull” e “Spitfire”. Nei sei match disputati, la barca italiana ha girato tutte le boe sempre in testa, facendosi precedere una sola volta, sulla linea del traguardo, dalla barca statunitense.
Nel 1999, all’età di 20, Jamese Spithill era alla ruota di Young Australia. Nel 2002 era il timoniere di OneWorld, il sindacato diretto dal connazionale Peter Gilmour. Una storia davvero particolare quella di Spithill, cresciuto in una famiglia che ha il match race nel proprio DNA: Katie, la sorella più piccola, 25 anni, è al sesto posto della classifica mondiale di match race; il fratellino Tommy, 19 anni, è un giovane talento di questa specialità, attualmente imbarcato su Wild Oats e pronto a partecipare alla Millenium Cup e al mondiale Maxi.
Cosa si trova alla base del successo degli Spithill? Il papà di James, Arthur, e la sorella Katie si trovano a Valencia per seguire le regate in prima persona. Sono socievoli e chiacchieroni; gli piace commentare le prestazioni del loro “caro James” al timone di Luna Rossa-ITA 94.
Cosa provate ad assistere di persona agli “show” del vostro James?
Arthur: “James è sempre stato un ottimo timoniere in partenza, sia nelle regate di flotta sia nei match race. Già nel 1999, alla ruota di Young Australia, le vinceva tutte. Quella volta, però, timonava una barca vecchia che era parecchio lenta. Così era in grado di mantenere il vantaggio solo per poche centinaia di metri. Nell’ultima Coppa, James ha continuato a fare ottime partenze, ma la sua barca non era messa bene a punto come le altre. Con Luna Rossa pare che finalmente tutti i pezzi siano al loro posto e la sensazione è fantastica. Sono molto contento che James stia con il team italiano; nelle due ultime America’s Cup ho sempre ammirato il lavoro di Francesco de Angelis. È tutto molto bello: ora mio figlio regata con alcuni dei suoi vecchi amici di Young Australia e con alcune autentiche leggende come Torben Grael e Tom Schnackenberg”.
Cosa pensi del risultato di Luna Rossa raggiunto fino a oggi?
Katie: “Avere raggiunto la finale è certamente un bel traguardo, ma bisogna prendere un match alla volta. Luna Rossa è salita di livello, ma da velista di match race quale sono, so che non bisogna mai guardare troppo in avanti. Devi solo pensare alla regata successiva e concentrarti al prossimo traguardo. Ogni giorno scopri nuove cose su un team: le sue forze, le sue debolezze e di volta in volta cambi programma in base ad esse”.
Che emozioni provi a vedere James in regata?
Katie: “Lui è ovviamente più bravo di tutti noi, ma a volte mi capita di guardarlo e chiedermi perché ha fatto una certa mossa. Spesso gli chiedo spiegazioni a cena e lui mi racconta le ragioni e le teorie di Torben Grael. Le motivazioni sono sempre giuste e imparo ogni volta qualcosa di nuovo”.
Tre match racer di alto livello che provengono dalla stessa famiglia. Come te lo speghi?
Katie: “Con la nostra famiglia trascorriamo molto tempo sull’acqua. Quando eravamo piccoli mamma e papà ci incoraggiavano ad andare in barca a vela e noi lo abbiamo sempre fatto. Andavamo sempre allo stesso circolo, il Royal Prince Albert Yacht Club di Newport, a Sydney, dove erano organizzati corsi di vela giovanili”.
Come mai avete tutti scelto il match race?
Katie: “È una passione di famiglia. Tommy e io ci alleniamo insieme a casa. Ci aiutiamo a vicenda e quando mi serve qualcuno per completare il mio equipaggio lui si fa subito avanti. Inoltre, nostro padre è un Giudice di match race. Perfino mia madre, a forza di guardare le regate, ha imparato le regole. Qualche volta la dobbiamo obbligare a smettere di parlare di vela!”.
È solo tutto merito della scuola?
Arthur: “Credo che la loro formazione sia segnata dal fatto che per 16 anni abbiamo abitato presso in una casa che faceva parte di un piccolo complesso a schiera affacciato sull’acqua, a Pittwater, una zona di Sydney. Casa nostra la potevi raggiungere solo in barca, perché si trovava in un parco nazionale e non c’erano strade. È un posto bellissimo. Tutti i giorni i bambini andavano e venivano da scuola con un piccolo traghetto e se dovevano andare a giocare dovevano prendere una barca, una canoa, un windsurf on un Hobie Cat. Per loro la barca a vela è diventata un mezzo di trasporto naturale. Inoltre, a meno di un miglio di fronte casa nostra c’era il Royal Prince Alfred Yacht Club. Da bambini lo hanno frequentato molto. Ancora oggi, quando James torna a casa, si reca sempre al circolo e fa da prodiere a Tommy, o chiunque trova in giro, sugli skiff”.
Come padre cosa pensa del match race per insegnare la vela ai bambini?
Arthur: “Posso indivuduare un match racer puro in mezzo a un gruppo di bambini da un miglio di distanza. Quando faccio il Giudice nelle regate giovanili capisco subito chi diventerà forte. Un futuro campione non lo distingui dalle sue capacità di timoniere ma da come si comporta sull’acqua, da come mantiene il controllo e tratta il suo equipaggio. Se urlano, insultano i giudici e si lamentano davanti a tutti dei loro problemi, non andranno mai da nessuna parte. Un bravo timoniere deve trattare gli uomini del suo equipaggio come dei VIP; sono loro che ti fanno vincere. Deve accettare i propri errori e quelli dei giudici di regata come una componente del gioco. Io non riuscirei mai a comportarmi così, ma i miei tre figli sì. Se qualcosa mi va storto, prendo a calci la prima cosa che trovo, come gran parte delle persone; ma questo non è il carattere di un buon match racer. Ho lavorato con James per più di 15 anni e non abbiamo mai litigato. Lui è un ragazzo con il quale si lavora davvero con semplicità. Si inserisce molto bene all’interno di una squadra e dà valore al suo equipaggio. Non si dà arie e si sente uno dei tanti dell’equipaggio”.
Un ultimo aneddoto. Nel 2002 Peter Gilmour ha ricordato una conversazione che aveva avuto con James Spithill nel 1999, al termine della sua prima esperienza di Coppa. “È venuto da me e mi ha chiesto, `Dove vado ora? Cosa devo fare?' Gli ho risposto di andare a scuola, studiare e tornare. Ma non mi ha dato retta e ha deciso di andare a studiare la vita. Direi che al momento si trova a metà del suo corso di laurea a vela”.
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Alinghi Vs. Oracle
Alinghi presenta ulteriori evidenze sulla non validità della sfida del GGYC
(New York, lunedì 28 gennaio) La Société Nautique de Genève (SNG), yacht club Defender della 33a America’s Cup, ha sottoposto oggi alla Suprema corte di New York ulteriori prove per consentire alla corte di dichiarare non valida la sfida del Golden Gate Yacht Club (GGYC).
Questa documentazione, che il giudice Cahn aveva richiesto il 23 gennaio scorso, dimosta attraverso la testimonianza di esperti che un’imbarcazione a chiglia non può essere considerata un multiscafo, come sostenuto nell’ambiguo e contraddittorio documento di sfida presentato dal GGYC.
Questo documento è l’elemento fondamentale richiesto per presentare una regolare sfida secondo quanto disposto dal Deed of Gift, in quanto consente al Defender, grazie all’accurata descrizione della barca sfidante, di preparare la difesa e quindi di progettare e costruire la sua imbarcazione nei 10 mesi a disposizione dalla presentazione della sfida stessa.
Nel suo documento il GGYC descrive la sua barca come “un’imbarcazione a chiglia” termine utilizzato nel mondo della vela per distinguere questo tipo d’imbarcazione da un multiscafo. Il Deed of Gift obbliga il GGYC a regatare con l’imbarcazione descritta nel suo documento di sfida. Ogni ambiguità o confusione di sorta comporta il non rispetto delle regole sancite dal Deed of Gift e di conseguenza la non validità della sfida.
“L’esame minuzioso che deve essere effettuato del documento di sfida del GGYC deve corrispondere allo stesso livello di analisi applicata a quelli che sono i requisiti richiesti a uno yacht club per diventare Challenge of Record, sempre secondo quanto stabilito dal Deed of Gift” ha sostenuto Lucien Masmejan, capo dell’ufficio legale di SNG. Masmejan ha poi aggiunto: “E’stata una decisione del GGYC quella di portare l’argomento in giudizio costringendo SNG, fiduciaria della Coppa, a difendere ad ogni costo l’integrità dell’America’s Cup.”
In prospettiva 33a America’s Cup, SNG e Alinghi confermano l’obiettivo di organizzare un evento a Valencia nel 2011 con la partecipazione dei 12 sfidanti iscritti che hanno sottoscritto le regole e i regolamenti presentati nel novembre 2007.
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sabato 26 gennaio 2008
Architetto da record per Alinghi
In attesa di sfida con Oracle ingaggiato inglese Irens
Alinghi si prepara ad una possibile sfida multiscafi con Oracle e ingaggia Nigel Irens, architetto da record. In attesa che il tribunale di New York si pronunci come si terra' effettivamente la 33ª America's Cup, il defender svizzero ha chiamato l'inglese Irens, che ha costruito il maxi trimarano IDEC col quale il francese Francis Joyon ha battuto di ben 14 giorni (57 invece dei precedenti 71) il record del mondo di traversata in solitario.
http://www.raisport.rai.it/sportindex
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giovedì 24 gennaio 2008
33rd Coppa America
XXXIII Coppa America: il giudice Cahn prende tempo ma Alinghi segna un punto a suo favore, per l'Isaf una barca a chiglia non può essere un multiscafo
New York, Stati Uniti- La massiccia campagna legale e d'immagine lanciata da Alinghi nelle ultime settimane inizia a dare i suoi frutti. Nell'udienza di ieri alla Corte Suprema di New York, il giudice Cahn ha ascoltato le ragioni della Societe Nautique de Geneve (leggi Alinghi) relative alla contestazione della sfida con il multiscafo lanciata dal Golden Gate Yacht Club (ovvero Bmw Oracle Racing). Gli avvocati di Alinghi hanno segnato un punto a loro favore portando, tra la varia documentazione, una lettera del segretario generale dell'Isaf (la federvela mondiale) Jerome Pels in cui si sottolinea come, secondo le definizioni vigenti a livello internazionale, un multiscafo non possa essere una barca a chiglia. Nella lettera, interpretazione su richiesta della Societe Nautique de Geneve, si specifica che esistono nell'Isaf due differenti comitati, multihull e Keelboat, e che a livello di scelta delle discipline olimpiche l'Isaf non considererebbe un multiscafo nella categoria barca a chiglia.Il giudice della Suprema Corte di New York Herman Cahn ha quindi ascoltato le motivazioni per le quali il Golden Gate Yacht Club non avrebbe lanciato una sfida valida secondo le regole del Deed of Gift per la XXXIII America's Cup, all'attuale detentore, la Société Nautique de Genève e il suo team Alinghi."Siamo stati molto contenti di aver avuto l'opportunità di rappresentare le nostre tesi alla Corte e di aver trovato attenzione e considerazione sui contenuti prospettati" ha dichiarato Lucien Masmejan, avvocato di SNG. "Ora aspettiamo una sentenza che sancisca definitivamente la validità o meno della sfida del GGYC." Il giudice Cahn ha permesso a SNG un'analisi degli argomenti sostenuti dal GGYC e ha invitato SNG a presentare lunedì prossimo 28 gennaio le sue repliche definitive a queste tesi, tra cui la definizione di imbarcazione a chiglia rispetto a quella di multiscafo. La decisione finale del giudice Cahn è attesa quindi a partire dal 29 gennaio.Un risultato a favore di SNG e Alinghi farebbe tornare l'America's Cup alla sua formula tradizionale con un evento nel 2011 a Valencia con la neonata classe Ac90 a cui parteciperebbero tutti i challenger iscritti.Laconico il comunicato stampa di risposta del Golden Gate Yacht Club e di Oracle a commento dell'udienza: "Il giudice Cahn ha ascoltato gli argomenti della SNG volti a riconsiderare la decisione già presa lo scorso 27 novembre relativa alla validità della sfida presentata dal GGYC... Il GGYC ritiene che la decisione del giudice Cahn sia stata quella giusta e che non vi siano motivi per riconsiderarla". Il portavoce di Oracle Tom Ehman ha sottolineato come "il GGYC sia fiducioso sul fatto che la corte di NY mantenga la sua decisione nonostante i tentativi procedurali di Alinghi rivolti a un rinvio. Ci attendiamo che il giudice Cahn fissi al più presto la data dell'ottobre 2008 come quella per la disputa della nostra sfida (quella con i multiscafi da Deed of Gift, contestata appunto da Alinghi, Ndr)"
FareVela
Pubblicato da liche alle 20:30 0 commenti
Giudice ha preso altri giorni per decidere
Roma, 23 gen. (Apcom) - Non è arrivato come si attendeva un verdetto definitivo dell'Alta corte dello Stato di New York in merito alla controversia legale tra il defender della Coppa America di vela, Alinghi, e il team statunitense Bmw-Oracle. Il giudice Herman Cahn, secondo quanto appreso da Apcom da fonti dei team, avrebbe deciso di riservarsi almeno altri quattro giorni di tempo per decidere.
Oggi..(ieri...) sono state ascoltate nuovamente le parti in causa e in particolare sarebbe stato recepito dalla Corte un parere (non vincolante) dell'Isaf, la federazione velica internazionale, che sostiene una delle tesi dei difensori svizzeri dell'America's Cup, ovvero, che per "yacht a chiglia" si intende un monoscafo e non un multiscafo come invece ritiene il Golden Gate Yacht Club (Bmw-Oracle), favorevole a una sfida a due su catamarani che Alinghi sta invece cercando di evitare.
La posta in gioco è appunto la validità legale in base al "Deed of Gift" (l'atto di donazione che contiene le regole base della Coppa America) del duello sui giganteschi multiscafi lanciato da Bmw-Oracle (escludendo gli altri concorrenti) nonché la posizione di "challenger of record", il primo degli sfidanti, strappata per via giudiziaria dagli statunitensi agli spagnoli di Desafio.
Pubblicato da liche alle 13:23 0 commenti
Teamorigin si propone come Challenger of record
Per scongiurare il duello con i catamarani, il Royal Thames Yacht Club ha ufficialmente proposto la candidatura di Teamorigin come "Challenger of record", cioè, come primo degli sfidanti, qualora il giudice Cahn riconoscesse valido il ricorso di Alinghi. "Crediamo che esista una concreta finestra di opportunità per risolvere la situazione positivamente e velocemente", ha dichiarato il capo di Origin, Keith Mills. "Ignorare questa possibilità", ha proseguito, rischia di provocare lo svilimento della Coppa America come manifestazione al top dello sport velico.Origin ha fatto anche sapere che vorrebbe lavorare sia con Alinghi sia con Bmw-Oracle per giungere a un nuovo accordo che possa portare allo svolgimento della 33ma edizione a Valencia nel 2011, con l'attuale classe di barche.
Pubblicato da liche alle 00:10 0 commenti
33rd America's Cup
Il Giudice Cahn prende in considerazione le motivazioni di SNG circa la non validità della sfida del GGYC
Il giudice della Suprema Corte di New York Herman Cahn ha ascoltato oggi le motivazioni per le quali il Golden Gate Yacht Club non avrebbe lanciato una sfida valida secondo le regole del Deed of Gift per la 33a America’s Cup, all’attuale detentore, la Société Nautique de Genève e il suo team Alinghi.
“Siamo stati molto contenti di aver avuto l’opportunità di rappresentare le nostre tesi alla Corte e di aver trovato attenzione e considerazione sui contenuti prospettati” ha dichiarato Lucien Masmejan, avvocato di SNG. “Ora aspettiamo una sentenza che sancisca definitivamente la validità o meno della sfida del GGYC.”
Il giudice Cahn ha permesso a SNG un’analisi degli argomenti sostenuti dal GGYC e ha invitato SNG a presentare lunedì prossimo le sue repliche definitive a queste tesi, tra cui la definizione di imbarcazione a chiglia rispetto a quella di multiscafo.
Le prossime argomentazioni di SNG saranno supportate dall’interpretazione della Federazione Internazionale della Vela che è stata presentata alla corte.
Un risultato a favore di SNG farebbe tornare l’America’s Cup alla sua formula tradizionale con un evento nel 2011 a Valencia cui parteciperebbero tutti i challenger iscritti. In qualità di Defender dell’America’s Cup Alinghi è, insieme a SNG, fiduciario dell’evento come sancito dal Dead of Gift, e ha pertanto la piena responsabilità di preservare l’integrità di un evento sportivo di livello mondiale.
Pubblicato da liche alle 00:07 0 commenti
martedì 15 gennaio 2008
Il Justice Cahn esamina la validità della sfida del GGYC per la 33a America’s Cup
(New-York, 14 gennaio 2008) Oggi il giudice Cahan ha deciso di non emettere nessuna sentenza senza aver prima esaminato le motivazioni del ricorso presentato dalla Société Nautique de Genève (SNG) a proposito della validità della sfida del Golden Gate Yacht Club (GGYC). Il giudice ha dunque fissato una nuova udienza per il 23 gennaio prossimo.
Il consulente legale della Société Nautique de Genève, Lucien Masmejan, ha commentato i fatti del giorno come segue: “Siamo davvero contenti del risultato dell’udienza odierna. Il giudice Cahn ha riconosciuto che i nostri argomenti che sostengono la non validità della sfida del GGYC devono essere valutati con attenzione e hanno un fondamento. Riteniamo di poter affermare che i prossimi passi del giudice Cahn faranno definitivamente chiarezza sulla validità della sfida del GGYC.”
Pubblicato da liche alle 06:35 0 commenti
venerdì 11 gennaio 2008
I dubbi di Schackenberg
Ginevra - A pochi giorni dalla discussione in aula e dalla conseguente sentenza sull'infinita diatriba tra Alinghi e Bmw Oracle, ha voluto dire la sua anche Tom Schackenberg. L'esperto velista neozelandese, nominato da Acm (organizzatore della Coppa) supervisore di quella box-rule che partorì i delegittimati AC90, ha manifestato tutte le sue incertezze sul futuro della storica brocca. "Se Alinghi sarà costretta ad accettare la sfida di Oracle - si legge sul sito del team elvetico - mi piacerebbe poter accertare di nuovo che tutto si svolga regolarmente".Nella lunga intervista rilasciata ad Alinghi.com, e non è un caso che si tratti del portale del defender, quando viene interrogato sulla nuova barca proposta da Oracle, l'ormai famoso 90x90 piedi, Schackenberg non parla mai di multiscafi. "Uno scafo di queste dimensioni fuori tutto, che coincidono con le stesse al galleggiamento - ha detto lo skipper - mi fa pensare a un'imbarcazione ad angoli retti, praticamente quadrata; definirla chiatta sembra corretto". Schackenberg ha anche provato a leggere tra le righe della sfida lanciata da Bmw Oracle. "Forse hanno ampliato le misure - ha continuato - per tenersi uno spazio libero in termini di progetto e magari in seguito ridurre qualche dimensione". Ciò che appare invece evidente è come Alinghi sia spiazzata di fronte a questo scenario, dopo aver sottovalutato eccessivamente l'azione legale di Oracle. "Gli americani - ha concluso Schackenberg - hanno presentato la sfida l'11 luglio, ma sicuramente la stanno preparando da mesi, se non anni. Questo per loro è un vantaggio enorme e credo che, se il giudice Cahn darà loro ragione, i dieci mesi di attesa dovrebbero cominciare dall'emanazione della sentenza definitiva".
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